Doppia lastra muro a Siena e Arezzo

La doppia lastra è un elemento prefabbricato che viene utilizzato per la realizzazione di pareti portanti in cemento armato, mediante un getto integrativo in calcestruzzo da realizzarsi in opera. La doppia lastra prefabbricata è costituita da due lastre in conglomerato cementizio armato, parallele, collegate tra loro da un’armatura; entrambe le superfici esterne della parete sono perfettamente lisce. Vi si possono creare anche aperture di adeguate dimensioni, in grado di permettere la realizzazione di finestre o porte.

La parete risulta composta dalle due lastre esterne che racchiudono un nucleo in calcestruzzo, il cui getto viene effettuato in opera. Le due lastre prefabbricate, nelle quali è incorporata un’opportuna armatura, sono collegate tra loro mediante le staffe di tralicci speciali.. Le lastre prefabbricate e il calcestruzzo gettato in opera svolgono, allo stato finale, un’azione collaborante ai fini statici. Nel calcolare la parete, pertanto, si può tener conto dell’intera sezione trasversale come di un insieme prodotto in un unico momento. Lo spessore totale della parete è subordinato alle diverse applicazioni ed esigenze statiche; lo stesso dicasi per lo spessore delle due lastre prefabbricate, che è variabile.

  • Spessore delle singole lastre da 5 a 10 cm cad.
  • Spessore totale della parete da 20 a 40 cm
  • Larghezza da 20 a 300 cm Lunghezza da 25 a 900 cm

Lo spessore minimo di 20 cm della parete è motivato dalla necessità di poter vibrare sufficientemente il calcestruzzo all’interno delle due lastre; lo spazio tra le due lastre, cioè, deve essere tale da permettere l’inserimento di un vibratore.  A seconda dello spessore delle doppie lastre prefabbricate, il peso può variare da un minimo di 250 kg/mq per uno spessore di 5 cm a 300 kg/mq per uno spessore di 6 cm.

Le doppie lastre presentano un vastissimo campo d’impiego:

  • ediliziaingenerale;
  • costruzioniindustriali;
  • paretipercanaliacieloaperto;
  • muri di sostegno stradali, a sezione sia costante che variabile (vedi foto);
  • scantinatiedautorimesse;
  • vaniscalaeascensore

Le lastre vengono realizzate con calcestruzzo tipo C28/35 ed armate con acciaio tipo B450C.

Classi di resistenza superiore possono essere prescritte dal progettista generale delle strutture ed accettate dalla Direzione dei Lavori. La composizione del conglomerato cementizio deve essere studiata in modo tale da evitare rischi di segregazione o la formazione di nidi di ghiaia. Le caratteristiche del conglomerato cementizio da impiegarsi per il confezionamento delle lastre doppie prefabbricate sono le seguenti: cemento tipo 425 da 330 a 370 kg/mc acqua in rapporto all’umidità degli inerti sabbia fine da 0 a 4 0,35 mc ghiaietto da 4 a 7 0,20 mc ghiaia da 8 a 15 0,65 mc ———— totale inerti 1,20 mc. E’ possibile usare additivi (ovviamente esenti da cloruri) sia con funzione di antigelo nel periodo invernale, sia di tipo fluidificante, che consentono di ridurre il rapporto acqua-cemento a favore della resistenza, mantenendo la fluidità e la lavorabilità. Il calcestruzzo da gettare in opera deve essere tipo C28/35.

Esso dovrà essere vibrato opportunamente, onde evitare la formazione di nidi di ghiaia e garantire l’avvolgimento delle armature e l’aderenza tra calcestruzzo gettato in opera ed elementi prefabbricati.

Il calcestruzzo all’interno della doppia lastra va gettato in modo uniforme a strati orizzontali. La velocità di getto non deve superare in altezza i 75 centimetri all’ora.

I tralicci che collegano le due lastre possono essere elettrosaldati, prodotti quindi in serie industriale – nel qual caso presentano caratteristiche conformi al punto 22.5 del D.M. 14 febbraio 1992 – oppure prodotti in piccole serie in officina, utilizzando barre d’acciaio saldabili e saldature effettuate per apporto di materiale. Essi hanno sezione triangolare o ad U rovescia e sono costituiti da tre o quattro tondi longitudinali, uno o due dei quali collocati superiormente e due inferiormente. In ogni caso, le barre longitudinali sono unite da una fitta staffatura, alternativamente inclinata, avente un passo costante.

Le dimensioni geometriche e i diametri dei tondi costituenti sono variabili, e dipendono dall’applicazione. I tralicci vengono realizzati con acciaio di tipo B450C saldabile e quindi devono essere conformi al punto 2.2.6 del D.M. 14.02.1992 e cioè presentare un contenuto di carbonio C < 0,24 e un carbonio equivalente Ceq < 0,52. I tondi longitudinali e le staffe vengono uniti con saldature elettriche o per apporto di materiale; esse devono essere realizzate con tecniche conformi alle disposizioni fornite dal produttore delle barre d’acciaio. Le saldature devono essere tali da trasferire gli sforzi fra i tondi longitudinali e le staffe, e da non alterare le caratteristiche meccaniche dei tondi costituenti i tralicci.

Nei nodi saldati le caratteristiche tensionali, di snervamento, di rottura e di allungamento devono essere uguali a quelle delle barre non saldate. Su tali nodi vanno effettuate le prove di resistenza al distacco, offerta dalla saldatura nel nodo, determinata forzando con idoneo dispositivo la staffa (avente sempre diametro inferiore) nella direzione del tondo longitudinale, posto in trazione. La resistenza allo strappo dovrà risultare superiore a: Rs = 0,30 x 4400 x Ao in cui Ao è l’area del filo longitudinale.

I tralicci sono, normalmente, posizionati ad un interasse di circa 60 cm. Nelle lastre larghe 125 cm ne vengono usati 3. 

L’altezza globale del traliccio è, generalmente, inferiore di 2 cm allo spessore della doppia lastra; copriferri superiori, di 3 – 4 cm, possono portare l’altezza del traliccio ad un’altezza inferiore di 6 – 8 cm allo spessore della parete realizzata con la doppia lastra.

Le due lastre costituenti la doppia lastra sono armate con un’armatura a maglia incrociata, costituita da tondi longitudinali del traliccio e da barre aggiunte, o da rete elettrosaldata, il cui diametro e la cui spaziatura sono variabili, in funzione delle caratteristiche delle sollecitazioni determinate analiticamente; vanno rispettati, comunque, i minimi imposti dalla normativa, in particolare il punto 5.3.4 del D.M. 14.02. 1992, in cui si impone in una parete un minimo di armatura doppia, costituito da 1∅8 ogni 30 cm verticale e 1∅5 ogni 16 cm orizzontale. L’acciaio in barre e la rete elettrosaldata posizionati nella doppia lastra prefabbricata è di tipo B450c controllato in stabilimento. Tutte le barre che costituiscono l’armatura incrociata, disposte in ciascuna lastra, per garantire la stabilità della relativa posizione, possono essere collegate tra loro, o con filo di ferro, o con ganci metallici di tipo rapido, oppure con punti di saldatura conformi al tipo di materiale.
Ogni elemento è munito di uno o più ganci, realizzati in acciaio B450C, vengono ancorati alla struttura metallica, in modo tale da assicurare la corretta trasmissione degli sforzi tra i dispositivi metallici ed il manufatto, senza dover considerare il grado di maturazione del calcestruzzo. Tale ancoraggio è in grado di sopportare il peso del manufatto, l’ incremento dovuto a forze orizzontali pari al 2% del peso proprio e l’ incremento di tiro dovuto all’ inclinazione delle funi e all’ incremento di tiro per le azioni dinamiche cosi come previsto ai punti 2.2.1 e 4.2.1 del D.M. 3/12/1987. Vengono realizzati impiegando tondi con diametro 8 – 20 mm, variabile in funzione del peso della doppia lastra prefabbricata.
Le doppie lastre vanno generalmente trasportate in posizione orizzontale, così come vengono stoccate in stabilimento. Certamente, dimensioni particolarmente ridotte in altezza, oppure automezzi con cassoni ribassati, possono permettere anche un trasporto verticale che, dal punto di vista statico, comporta l’ingenerarsi nella doppia lastra di uno strato tensionale sicuramente inferiore rispetto al trasporto in orizzontale: in tal modo, infatti, essa deve portare solo il proprio peso e le sollecitazioni dinamiche conseguenti allo stesso. La struttura tralicciata inserita nei manufatti, è comunque dimensionata per sopportare tutte le forze dovute alle azioni dinamiche come previsto ai punti 2.2.1 e 4.3 del D.M. 3/12/87. Nella realizzazione della fondazione di appoggio dei manufatti ci si deve accertare che i ferri di ripresa, sporgenti dalle fondazioni stesse siano posti ad una distanza dai bordi esterni del muro pari almeno allo spessore della singola lastra incrementato di 1 cm.

Le doppie lastre vanno montate nel seguente modo:

  1. Inferiormente: vanno appoggiate contro i righelli di allineamento, precedentemente bloccati sulle fondazioni. Per migliorare la messa a piombo di ogni elemento, viste le imperfezioni che si possono avere sulle fondazioni di appoggio, devono essere predisposti distanziatori in legno o in plastica di vario spessore che permettono dove necessario un allineamento perfetto.
  2. A due terzi dell’altezza di ogni manufatto, in una apposita boccola filettata inserita in fase di produzione, va fissata con un bullone la basetta superiore dei puntelli metallici tira/spingi. Tali puntelli sono reperibili, rapidamente, presso la CEIS a noleggio o in vendita. Per migliorare, ulteriormente, l’organizzazione di cantiere vengono forniti in dotazione anche i bulloni di dimensioni adeguate. Si ricorda che la parte filettata del bullone deve essere completamente avvitata nell’impanatura della boccola; se ciò non avviene la boccola subisce sollecitazioni combinate non previste nel suo dimensionamento. Infine i puntelli metallici vanno bloccati anche con la loro basetta inferiore in modo fisso, o con tasselli a espansione su una pavimentazione in c.a., oppure con altri sistemi ritenuti idonei dall’ impresa e comunque atti a garantire un ottimo bloccaggio.
  3. Superiormente: si consiglia di collegare fra di loro ogni elemento con morsetti a cravatta, per evitare spostamenti in fase di getto o di urti accidentali.

Una volta bloccate le doppie lastre, si procede alle operazioni di getto, che devono svolgersi in modo uniforme e contemporaneo in tutte le sezioni della costruzione. La velocità di riempimento non deve superare i 50 cm/h. Come già precisato precedentemente, il calcestruzzo deve essere vibrato, al fine di evitare vespai di ghiaia e produrre una sufficiente aderenza fra il calcestruzzo gettato in opera e quello degli elementi prefabbricati. Ogni elemento è costituito da una struttura tralicciata idonea a sopportare la pressione idrostatica che si viene a creare in fase di getto. Nella valutazione di tale forza viene considerata una crescita lineare della spinta del calcestruzzo fresco per tutta l’ altezza della parete garantendo un requisito di sicurezza maggiore rispetto a quanto contemplato dalla normativa vigente che prevede un andamento di tipo idrostatico nei primi 2.50 m.

Il disarmo deve avvenire per gradi, in modo tale da evitare azioni dinamiche. Esso non deve avvenire prima che la resistenza del calcestruzzo abbia raggiunto il valore necessario, in relazione all’impiego della struttura, in base alle esigenze progettuali e costruttive. In assenza di disposizioni specifiche, in normali condizioni esecutive ed ambientali di getto e di maturazione, è opportuno che i tiranti-puntoni e le cravatte non vengano tolti prima di 1 giorni.

Non esitate a contattarci per conoscere i requisiti tecnico costruttivi e le modalità di montaggio.

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